Si viveva meglio quando si viveva peggio?

Si viveva meglio quando si viveva peggio?

“Si viveva meglio quando si viveva peggio?” Una domanda che suona come un tormentone delle domeniche a pranzo con i parenti, ma che nasconde riflessioni tutt’altro che banali.

Certo, una volta si viveva con meno, si condivideva di più e si sprecava molto meno.

Le nonne erano paladine inconsapevoli del riuso, e viaggiare voleva dire improvvisare, fidarsi degli sconosciuti, perdersi (e trovarsi) per davvero. Oggi, invece, siamo armati di app, comfort e tecnologie che ci semplificano la vita… ma spesso ci complicano l’anima.

Nel mezzo, c’è chi cerca una sintesi: viaggiare lentamente, recuperare gesti sostenibili, cucinare con ingredienti semplici e scegliere l’essenziale, senza rinunciare ai vantaggi del presente. Perché forse non si stava meglio o peggio: si stava diverso. E sta a noi scegliere cosa portare nel futuro da quel passato imperfetto ma profondamente umano.

Con uno sguardo critico ma affettuoso, questo articolo ci invita a ridere dei nostri paradossi quotidiani, a riflettere sulle nostre abitudini, e a considerare che il vero “progresso” potrebbe assomigliare più a una zuppa sul fuoco che a una notifica sullo smartphone.

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Si stava meglio quando si stava peggio? Viaggio tra nostalgia, comfort moderni e vita lenta

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