Natura e connessione: il compromesso possibile?
Non è il set di una pubblicità hipster, è la fotografia di una nuova generazione che ha capito che non serve scegliere tra passato e futuro: si possono avere entrambi.
La tastiera poggiata sul fieno, il caffè sul fornello da campeggio, l’energia del sole per caricare il portatile. Un lavoro in remoto che profuma di terra, ma connesso al mondo intero.
Forse è proprio questa la risposta alla domanda “Si stava meglio quando si stava peggio?”: stiamo meglio quando impariamo ad aggiornare il passato con consapevolezza. Quando usiamo la tecnologia non per accelerare, ma per rallentare. Per scegliere dove e come vivere e lavorare, senza rinunciare né al cielo né al Wi-Fi.
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Si stava meglio quando si stava peggio? Viaggio tra nostalgia, comfort moderni e vita lenta
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